Test retrò Aprilia Tuareg Rally 250: Due tempi… che tempi!
04/11/2021 Condividi

Test retrò Aprilia Tuareg Rally 250: Due tempi… che tempi!

Recentemente abbiamo testato l’Aprilia Tuareg Rally 250 e ne siamo rimasti piacevolmente sorpresi.

Verso metà degli anni 80 Aprilia aveva in listino una vasta gamma del modello Tuareg, sia due tempi (50, 125 e 250), che quattro tempi (350 e 600). Se era facilissimo incrociare su strada le cilindrate 50, 125, 350 e 600 era davvero raro avvistare una “Rally 250” in quanto quest’ultima era destinata ad un’utenza quasi esclusivamente sportiva fatta di piloti e veri appassionati di nicchia. Provandola a distanza di più di trent’anni dall’uscita sul mercato (l’esemplate del test è del 1987) ci siamo ricordati il perché.

La Tuareg Rally 250 è stata prodotta in due versioni dal 1984 al 1988. Oltre alle differenze cromatiche tra i due modelli, negli anni fu adottato il freno a disco anteriore, il cavalletto centrale e poco altro. Adottava il glorioso motore Rotax da 248 cc che coi suoi 42 cv di potenza sbaragliava nettamente tutte le concorrenti dell’epoca. La Rally 250 non aveva velleità prettamente enduristiche; era nata per inserirsi nel settore dei motorally, disciplina in forte crescita in quegli anni. L’abbiamo provata nella pista Scalvina di Ponte Nossa (BG), messaci gentilmente a disposizione per il test nonostante in quei giorni fosse chiusa.

Aprilia Tuareg Rally 250-3La pista è molto completa, con tratti lenti e guidati alternati a curve veloci in appoggio, salite, discese e qualche salto che non guasta mai. Nonostante il fondo molto fangoso di quel giorno la moto si è dimostrata subito a suo agio in ogni parte del tracciato, rivelandosi molto agile nonostante la prima impressione salendo in sella facesse pensare tutto il contrario, specialmente per il grosso e ingombrante serbatoio sdoppiato che tradisce la vera vocazione rallystica della Tuareg. Altro fattore che in pista la rende davvero guidabile e godibile è il peso che, coi suoi 105 kg, la fa danzare agilmente tra le curve.

Aprilia Tuareg Rally 250-3Per sfruttare a pieno le doti di agilità però bisogna guidare in un solo modo: con cattiveria. Infatti il motore ha un carattere veramente deciso; passa dall’essere quasi vuoto ai bassi regimi al darti tutta la sua potenza in modo repentino e quasi brutale quando decide di scaricare tutti i suoi cavalli. Un’erogazione di questo tipo rende obbligatoria una guida sempre “fullgas” se si vuole essere efficaci, ma rende improponibile, o almeno poco divertente, la guida per i meno esperti o per chi voglia semplicemente godersi una passeggiata domenicale.

Aprilia Tuareg Rally 250-3Insomma, non è una moto per tutti e questo è il motivo per il quale negli anni 80 era ambita quasi esclusivamente dai piloti e dagli appassionati più esperti. Altro piccolo neo della Aprilia Tuareg Rally 250 sta nelle sospensioni: la forcella da 40 mm e il mono da 320 mm di escursione appaiono forse inadeguati alle potenzialità della moto, ma ricordiamo che l’esemplare da noi testato è stato recentemente restaurato in tutte le sue parti con materiale esclusivamente di serie (le uniche modifiche apportate dopo il restauro sono la sostituzione degli specchietti originali e il montaggio del parafango posteriore Baja per poter affrontare più agevolmente il Transitalia Marathon).

I freni, a disco da 260 mm davanti e a tamburo dietro, risultano tutto sommato più che sufficienti per un uso fuoristradistico, anche se con un disco posteriore la musica cambierebbe totalmente. A quell’epoca la Tuareg Wind 350 montava il disco ma probabilmente in Aprilia hanno valutato che non essendo la Rally destinata ad un uso su asfalto ed essendo molto più leggera della Wind fosse sufficiente il tamburo.

Con qualche piccolo accorgimento per quanto riguarda l’erogazione e le sospensioni la Tuareg Rally 250 non sfigurerebbe anche messa a confronto con rivali ben più moderne, ed è per questo, oltre che per la sua linea accattivante, aggressiva e ancora attuale, che è molto ricercata ed apprezzata tra i collezionisti e gli estimatori. Purtroppo però i più informati ci dicono che attualmente di esemplari ben conservati ne siano rimasti in circolazione solo una ventina, forse nemmeno, e per questo non è facile riuscire a mettersi in garage uno di questi gioielli.

Anche perché se il suo prezzo di listino si aggirava attorno ai 5 milioni di lire all’epoca, oggi le sue quotazioni sono quasi quadruplicate. A breve Aprilia metterà sul mercato la nuova Tuareg 660 e, anche se sarà una moto concettualmente diversa dalle sue antenate, verrà dato finalmente seguito a una stirpe di moto vincenti come ha fatto Honda con l’Africa Twin e Yamaha con la Teneré, cosa che gli estimatori della casa di Noale aspettavano da tanto tempo!

Testo: Gabriele Feliciani e Alberto “Bebo” Rizzini
Foto: Gabriele Feliciani
Tester: Alberto “Bebo” Rizzini
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